Il Santo patrono di tutti gli innamorati è stato mai innamorato? Valentino giovane, vivace, innamorato del mondo e delle donne, ma anche tormentato e tenace: Arnaldo Casali lo descrive così.
William Shakespeare e il Santo degli innamorati
San Valentino, in “Valentino. Il segreto del Santo innamorato” di Arnaldo Casali, è lontanissimo dall’immagine ieratica del Santo e si mostra nella sua umanità. È un personaggio forte, capace di tenerci avvinti, da lettori, alla sua appassionante vicenda.
Ma chi sarà in grado di svelare al mondo il suo vero volto, la sua storia? Nel romanzo di Arnaldo Casali questo compito è affidato a William Shakespeare che con il Santo degli innamorati ha un legame speciale. In un viaggio avventuroso tra l’Umbria e il Veneto il Bardo riuscirà a scoprire la storia segreta di Valentino e a regalarla al mondo.
La storia
Una biografia tenuta nascosta per secoli, e poi dimenticata, torna alla luce, insieme a un segreto senza tempo, con la complicità di un investigatore d’eccezione: William Shakespeare.
Alla fine del 1500 William Shakespeare, che vive un amore tormentato con sua moglie Anne, durante un viaggio a Verona visita casualmente Bussolengo. Nella chiesa di San Valentino trova una misteriosa lapide che promette la sapienza dell’amore eterno a chi scoprirà il segreto del Santo. L’indagine di Shakespeare ci porterà sulle tracce della figura straordinaria di Valentino: nel tempo confuso dei mutamenti che metteranno definitivamente in crisi l’Impero romano, un giovane venuto da Interamna sfida la famiglia, la società, il potere con una scelta rivoluzionaria. Una biografia tenuta nascosta per secoli, e poi dimenticata, torna alla luce, insieme a un segreto senza tempo, consegnandoci un eroe moderno e coraggioso, consacrato a un amore che dalla carne, dalla sensualità, si eleva a sentimento universale.
la leggenda dei due innamorati
I volti pallidi e sereni erano uniti guancia a guancia. L’avambraccio destro di lei era poggiato sul petto di lui. Dentro il sarcofago di pietra, insieme ai due corpi, c’erano un mucchietto di monete, una ciotola di terracotta e il corredo nuziale.
Valentino, vestito degli abiti pontificali, osservava quei due ragazzi stretti in un amore eterno. Li osservava commosso, ma non per la tragica sorte che aveva reciso quei fiori così giovani e belli. Piangeva per quell’amore, quell’amore così fragile eppure così forte, così eterno. Capace di sfidare la terra e il cielo.
“Valentino, – disse Priscilla – devi benedire i nostri fratelli. Dobbiamo seppellirli, adesso”.
Ma l’anziano Vescovo nemmeno la sentiva. Sembrava caduto in una sorta di torpore; restava in silenzio e immobile, tenendo lo sguardo fisso su quei due corpi abbracciati che all’improvviso sembravano mutare di fronte ai suoi occhi persi in un tempo passato.
Il colore dei capelli della giovane diventava da biondo a corvino. E il ragazzo che la teneva abbracciata non li aveva più corti e neri, ma castani e fluenti.
Il bracciale che univa i due polsi era lo stesso, ma sotto le loro schiene non c’era più il freddo sepolcro, ma un prato verde venato dalle radici di una grande quercia.
I loro occhi erano chiusi ma il loro petto era gonfio del respiro di vita.
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