“La terra inesplorata delle donne” è un romanzo corale
Era da tempo che pensavo di dare vita e corpo a un progetto come questo. “La terra inesplorata delle donne” ha origini profonde – racconta Sara Durantini, la curatrice del libro che, tra l’altro, è autrice della prima biografia italiana autorizzata di Annie Ernaux.
È un libro che nasce dai racconti che ascoltavo da bambina, dalle storie che vengono dalla mia terra e dalle voci delle donne che le hanno narrate. Erano storie di donne raccontate da donne, un aspetto che mi ha sempre affascinato: il loro desiderio di riunirsi, lontano dagli sguardi maschili, per condividere esperienze vissute insieme o da sole. Ho lasciato sedimentare a lungo in me questi racconti che, talvolta, affioravano nelle mie scritture, nei libri o nei racconti. Con il passare del tempo, ho concepito l’idea di unire queste storie e aggiungerne altre scritte da autrici capaci di dare voce alla donna del nostro tempo. Così sono state gettate le fondamenta per “La terra inesplorata delle donne”: tredici racconti in prima persona, intrecciati l’uno con l’altro dal fil rouge della narrazione femminile, delle metamorfosi che la donna affronta quotidianamente. Queste storie contemporanee riflettono sul cambiamento che caratterizza la vita delle donne nel contesto attuale, un’epoca in cui ancora spesso sono collocate in una posizione subordinata, limitate al ruolo biologico. Quello che amo di questi racconti è che sono illuminati dalla luce della speranza, dalla luce della libertà. Ho chiesto a tredici scrittrici di raccontare quella che poi è diventata questa raccolta di narrativa e poesia, “La terra inesplorata delle donne”.
Le scrittrici coinvolte nel progetto
Questo gruppo nasce dalla conoscenza del percorso letterario di ciascuna delle scrittrici coinvolte, e sapevo che sarebbero state in grado di raccontare la donna del nostro tempo e le sue metamorfosi. In ordine di apparizione nel libro: Cettina Caliò, Ilaria Palomba, Gisella Blanco, Patrizia D’Antonio, Manuela Mazzi, Antonietta Gnerre, Emma Saponaro, Raffaella Gambardella, Elisa Ruotolo, Antonella Rizzo, Sabrina Caregnato, Luigia Sorrentino, Elisa Longo. La loro carriera letteraria fino ad oggi testimonia il loro impegno costante verso le tematiche femministe e umaniste.
(la biografia di Sara Durantini)
Perché scrivere di donne?
Sono cresciuta in una terra in cui il predominio maschile regnava incontrastato, dove la violenza veniva considerata un mezzo necessario, normale e persino giustificato per ottenere rispetto e obbedienza da parte delle donne. Che tutto questo si chiamasse patriarcato l’ho scoperto agli inizi degli anni duemila, quando avevo poco più di vent’anni. Soprattutto lo capii più tardi attraverso la lettura. Questa mia condizione, parlo di quella sociale e di quella di genere, non posso fingere che non sia mai esistita e che non abbia avuto un’influenza su di me, come donna che scrive. Avevo vent’anni quando ho iniziato a scrivere e, anche se all’epoca non me ne rendevo conto e spesso procedevo a tentoni, il mio cammino è stato illuminato da scrittrici e donne che, inconsapevolmente, mi hanno indicato le coordinate per trovare la mia strada e la mia voce. Annie Ernaux è stata una di queste, la più significativa.
Per me, raccontare la donna, soprattutto oggi che mi sto affacciando ai quarant’anni, significa donarle una nuova vita, riscattarla dalla posizione ancillare nella quale l’ho sempre vista, emanciparla socialmente ma anche economicamente, lottare per la giustizia contro le tante ingiustizie alle quali ho sempre assistito. La parola ha un potere immenso e io voglio continuare a utilizzata per scavare nel profondo dell’io, nella mia storia personale, nella mia autobiografia per arrivare a toccare quella di altre donne. Perché la storia di una è spesso quella di molte. Era l’’86 quando Caproni disse: scoprire gli altri in me stesso.
Cosa vuol dire capire la condizione femminile?
Significa prendere coscienza del fatto che ciò che è femminile viene considerato di minore importanza e oggetto di un trattamento diverso rispetto a tutto il resto. Questo modello culturale è così profondamente radicato che le stesse donne lo hanno assimilato (si parla infatti di sopportazione, di silenzio, di omertà di fronte agli abusi fisici e psicologici). Uno dei primi atti di violenza perpetrati dal patriarcato consiste nell’annullamento della voce femminile. I racconti inseriti nel libro “La terra inesplorata delle donne” sono delle fotografie della donna del nostro tempo e delle sue trasformazioni. Queste storie scardinano l’ordine esistente e restituiscono ai lettori la visione del mondo femminile in cui il punto di vista della donna non viene oscurato, taciuto o dimenticato ma viene illuminato.
Cosa può fare un libro?
Ti rispondo citando Annie Ernaux: “la letteratura è un’arma da combattimento”. Ogni rivoluzione porta con sé una trasformazione, un rovesciamento. In esergo a questo libro ho riportato le parole di un’altra grande donna e scrittrice, Grace Paley: “scrivere di donne è un atto politico”.